Dieta Blackburn: esempi e controindicazioni

La dieta Blackburn è una variante di dieta chetogenica, indicata anche dalla sigla PSMF (protein sparing modified fast) ossia “digiuno modificato per risparmio energetico”. Consente di dimagrire velocemente, fino a 7-8 chili al mese ed è stata ideata dal professore americano George L. Blackburn che all’inizio degli anni 70, mise a punto questo protocollo che prendeva spunto dai meccanismi della dieta Atkins.

Il principio di funzionamento è l’induzione della chetosi basandosi su pasti sostitutivi a base di preparati proteici e integratori di fibre, minerali e vitamine.

E’ una dieta molto adatta in presenza di forte obesità e viene spesso utilizzata, con ottimi successi, nei casi di bendaggio gastrico.

La dieta Blackburn è essenzialmente “liquida”, prevede, infatti, un ciclo di 21 giorni in cui gli alimenti sono, generalmente, così distribuiti:

– 2 shaker sostitutivi del pasto, a base di proteine del siero del latte e acqua

– 1 pasto al giorno (da scegliere tra pranzo o cena) a base di carne o pesce, accompagnati da verdure fibrose (invidia, spinaci, finocchi, asparagi, ……..)

– 2 spuntini al giorno basati su shaker integrati con fibre, minerali e vitamine.

I punti chiave della dieta Blackburn sono, quindi:

– Essere una dieta ipocalorica molto restrittiva: si assumono circa 800 Kcal al giorno.

– Il contenuto di carboidrati (zuccheri) e lipidi (grassi) durante i 21 giorni è praticamente nullo. Una minima quantità (meno di 20g) è presente nell’unico pasto quotidiano

– La lista di ALIMENTI CONSENTITI è molto ristretta:

CARNE: petto di pollo, fesa di tacchino, vitello, manzo.

PESCE: luccio, orata, palombo, rombo, spigola, seppie, tonno al naturale, salmone affumicato, calamari polpi, merluzzo, sogliola, crostacei.

VERDURE: asparagi, spinaci, lattuga iceberg, invidia, finocchi, bieta, carciofi, cardi, zucchine, melanzane, verza, funghi, sedano, cicoria, rape, ravanelli, scarola, rucola, cetrioli.

CONDIMENTI : 2 cucchiaini al giorno di olio extravergine di oliva; limone, aceto (non balsamico), aglio, cipolla, origano, peperoncino e pepe.

ALIMENTI NON CONSENTITI:

Pasta pane, riso

Patate, pomodori, carote

Frutta

Legumi (fagioli, ceci, piselli, lenticchie, farro)

Latticini (qualsiasi tipo di formaggio o crema di formaggio, mozzarella o fior di latte)

Succhi di frutta

Alcool

Bevande gassate e sciroppi

Dolci di qualsiasi tipo

Cosa fare dopo:

Al termine dei 21 giorni, si deve seguire una dieta di mantenimento che prevede una reintroduzione progressiva dei carboidrati tramite un approccio prima dissociato, cioè con carboidrati e proteine non presenti nello stesso momento e frutta consumata lontana dai pasti.

In seguito, il piano prevede di tornare a un’alimentazione completa, equilibrata e variegata.

E’ fondamentale, prima di cominciare questo regime alimentare, calcolare in modo preciso la quantità di proteine che devono essere ingerite al giorno, calcolo che si effettua basandosi sulle misure antropometriche del soggetto e che è strettamente personale. Ecco perchè è necessario affidarsi e farsi seguire, per tutta la durata della dieta, da una figura specializzata.

A livello temporale, i sintomi avvertiti durante la dieta Blackburn sono:

– Primi 3-4 giorni: debolezza, emicrania, fame e lieve alitosi. Il cervello non ricevendo più zuccheri, utilizza le sue riserve di glicogeno, consumandolo e mettendo in modo la produzione di corpi chetonici come fonte energetica alternativa.

– Dal quinto giorno fino alla fine: si instaura la chetosi e scompaiono i malesseri sopra indicati. Ci si sente più energici e propositivi, il senso di fame viene stabilizzato e regolato e non si avverte più.

Come tutte le diete chetogeniche, anche su questa si è lungamente dibattuto sugli eventuali rischi associati e le critiche mosse non si discostano da quelle classiche mosse contro la categoria.

Infatti, se gli indubbi vantaggi sono: repentino calo di peso, l’assenza di fame, energia e vitalità tipici dello stato di chetosi, l’azione di “liposuzione alimentare” cioè lo scioglimento in modo localizzato delle adiposità (per es. gambe e glutei), gli svantaggi riportati sono:

– L’ estrema rigidità, anche psicologica, della dieta: la condizione di chetosi è mantenuta in assenza di carboidrati e l’introduzione, anche sporadica e minima, porta a vanificare il lavoro fatto, in quanto l’organismo, privato per molto tempo degli zuccheri, li assimila immediatamente, uscendo dalla chetosi e bloccando il processo di consumo dei grassi;

– Nonostante le diete chetogeniche siano molto amate dai body builder nei periodi di definizione muscolare, è sconsigliabile, durante i 21 giorni, aumentare il proprio carico di lavoro per chi già si allena, o cominciare a fare intensa attività fisica per chi invece è stato sedentario fino a quel momento. E’ preferibile un’attività molto moderata.

– E’ molto facile, terminato il ciclo, cadere nel meccanismo delle “abbuffate compensatorie”, mangiare molti carboidrati e riprendere tutti i chili persi.

Il metodo Blackburn e, in generale, le diete chetogeniche, indubbiamente funzionano molto bene nei soggetti idonei e l’unica, oggettiva, critica che vi si può muovere, è la mancata educazione alimentare, in quanto facilmente si cede al “fai da te”, andando incontro al famoso “effetto yo-yo”, alterando il protocollo e ponendosi in pericolosi circoli viziosi ma è altresì vero che quando si ha questo tipo di fragilità mentale e non si comprende bene il significato di un corretto stile di vita o non si è abbastanza motivati, le conseguenze deleterie contestate a Blackburn possono essere presenti in qualunque regime alimentare, anche quello più equilibrato.

Occorre, quindi, quando si vuole dimagrire, avere sempre il giusto mix di motivazione, volontà, buon senso, con in più l’ aiuto concreto di personale specializzato (medici, biologi nutrizionisti o dietisti).

Dieta Blackburn: esempi e controindicazioni ultima modifica: 2015-02-28T10:14:07+00:00 da Dietaok.it