Dieta Lemme: Briatore ha perso 17 Kg ma funziona davvero? I perché delle critiche

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Sull’onda del nuovo trend mediatico per dimagrire rapidamente di cui si sta parlando da alcuni giorni, analizziamo la dieta per perdere peso e la filosofia alimentare alla base del metodo proposto dall’ (ormai) famoso dott. Alberico Lemme.

Lemme è colui che ha fatto perdere circa 17 chili a Flavio Briatore, il quale è apparso in uno scatto postato su un social nettamente ringiovanito e ringalluzzito. In realtà, il dott. Lemme sostiene di essere responsabile anche di una sorta di lifting “alimentare” con cui, grazie alla sua miracolosa dieta e all’intervento, non ben chiarito, di una serie di ormoni endogeni, le copiose rughe dal volto di Briatore sarebbero scomparse, facendolo apparire quasi come un fresco quarantenne.

Volendo descrivere la vicenda con un sorriso, si potrebbe dire che il dibattito si sta svolgendo da giorni in sedi di tutto rispetto, famose per la pacatezza del confronto, della divulgazione scientifica e la preparazione degli ospiti partecipanti: parliamo di Domenica Live, condotta da Barbara D’Urso (prima ancora se ne era parlato a Pomeriggio 5), con la partecipazione di opinioniste come Karina Kascella, Manuela Villa e Nadia Rinaldi (le quali, pur nella loro irruenza, hanno svolto un lavoro egregio).

La dieta di Lemme:
Ma rimaniamo, quindi, ai fatti e vediamo in cosa consiste la dieta dimagrante del dott. Lemme. Essa si divide in due parti: una strettamente dimagrante e una di mantenimento che dura circa 3 mesi.
Ecco alcuni esempi di menù proposti nella fase dimagrante:

1° e 2° giorno:
COLAZIONE: tacchino + caffè
PRANZO: filetto di manzo + caffè
CENA: pesce spada + caffè

3° e 4° giorno:
COLAZIONE: pasta olio e peperoncino + caffè
PRANZO: petto di pollo + caffè
CENA: sogliola + caffè

5° e 6° giorno
COLAZIONE: carciofi + caffè
PRANZO: fiorentina + caffè
CENA: orata + caffè

7° e 8° giorno:
COLAZIONE: pasta olio e peperoncino + caffè
PRANZO: petto di pollo + caffè
CENA: sogliola + caffè

Come appare chiaro, è una dieta particolare e che si discosta totalmente dal modello di dieta mediterranea che rappresenta il vero riferimento dietetico per un’alimentazione sana.
I punti a cui bisogna assolutamente attenersi per seguire a dovere tale regime sono:

– Evitare del tutto il sale, anche solo per salare la pasta, in quanto aumenta l’indice glicemico
– Eliminare lo zucchero, per evitare picchi di insulina
– Eliminare il pane: i carboidrati complessi vengono presi dalla pasta che, come si vede, si può mangiare rigorosamente solo la mattina
– Non combinare mai insieme proteine e carboidrati
– Le porzioni sono libere, la mattina si può mangiare pasta o altri piatti a volontà
– Lo sport è visto come elemento del tutto inutile, infatti l’alimentazione proposta basta e avanza per aumentare la tonicità muscolare.

Durante la fase di mantenimento, dopo aver perso in modo molto rapido anche 10 chili in un mese, si cominceranno a introdurre gli alimenti di cui ci si è privati con un ritorno ad alcuni tipi di verdura e ortaggi che erano vietati nella precedente fase, quali i pomodori, le carote, melanzane, spinaci, verza, ecc. Torneranno, inoltre, alcune concessioni quali i formaggi, la bresaola, la pizza, la birra e il gelato (rigorosamente la mattina).

Tutto ciò è accessibile dopo aver superato un test nell’Accademia di Filosofia Alimentare di Desio (struttura da lui fondata) in cui bisogna rispondere a una serie di domande e solo dopo averlo passato si può accedere a un colloquio conoscitivo in cui, senza richiedere analisi mediche, il dottore comincia a stilare un menù personalizzato.
Le info sono disponibili sul sito, dove Lemme si rivolge con ironia (anche se è più appropriato il termine “disprezzo”) ai suoi presunti clienti, etichettandoli come “ciccioni”.

La dieta Lemme funziona?
La dieta Lemme è, di fatto, una dieta dissociata, tendente al proteico in quanto predilige proteine animali e vegetali. Non porta alcuna grande innovazione in quanto come tutte le diete in cui ci sono forti privazioni di talune categorie alimentari (vedi la dieta Dukan o Blackburn) si perde effettivamente molto peso e in poco tempo.
Il punto, infatti, non è questo: si può digiunare e dimagrire (almeno finché non sopraggiunge il blocco metabolico), volendo si può cominciare la dieta della pizza, del gelato o del limone, i motivi per cui questo genere di regimi alimentari non sono consigliabili perché deleteri sono completamente diversi e di seguito ne esponiamo alcuni:

1) Alberico Lemme è laureato in Farmacia e afferma di essere un “bio-scultore”, un “genio” e di aver trovato il modo giusto per far dimagrire chiunque, potendo cambiare così le sorti dell’umanità. Qualcuno dovrebbe però informare lui (e i suoi clienti) che le uniche figure legalmente riconosciute per il rilascio di diete sono: medici, biologi iscritti alla sez. A dell’ordine e dietisti sotto prescrizione medica (fonte consultabile: www.onb.it

2) Esattamente come tutte le diete di questo genere (ma si ritiene tutte le diete in generale), la difficoltà sta nel mantenere i chili persi oltre che nella non sostenibilità di tali ritmi alimentari. Una dieta come questa risulta sbilanciata a livello nutrizionale ed è molto difficile da seguire dal punto di vista psicologico: appena si torna ad avere la libertà di mangiare, sarà ancora più semplice ricadere nelle vecchie abitudini, rimettendo tutti i chili persi e anche di più.

3) L’educazione alimentare dov’è? Le diete che portano a forti restrizioni di categorie alimentari (per es. la Blackburn) dovrebbero essere riservate a persone che hanno problemi di obesità patologica e molto grave. Per il resto della popolazione bisogna operare una rieducazione alimentare che non faccia vedere il cibo come una privazione, instillando con esso un rapporto conflittuale ma, al contrario, si dovrebbe svolgere un lavoro in cui si insegna a mangiare di tutto, in modo sano e nelle giuste quantità. Occorre far capire alle persone che è il controllo il fattore che consente di dimagrire, non l’evitare di mangiare la pasta o il pane.

4) I quantitativi dei pasti consigliati sono liberi ma Lemme sostiene che ogni alimento può essere consumato da un min di 50 g a un massimo di 10 Kg. Sarebbe interessante osservare il dimagrimento di una persona, magari gravemente obesa, che mangia a colazione un chilo e mezzo di pasta, senza fare sport, come consigliato da lui, e vedere quanto essa perderebbe in un mese.

Dieta Lemme: cosa salvare?

In un regime dietetico in cui si concede di mangiare fino a 10 kg di alimenti, non c’è seriamente nulla che possa essere salvato, tuttavia si possono estrapolare dei concetti che, in linea di massima, possono essere considerati corretti se applicati in contesti e diete diverse.

Per esempio, l’idea della quantità alimentare libera non è sbagliato: non considerare la dieta in funzione della caloria è corretto, le quantità possono essere libere. Di certo non si ingrassa mangiando 120 g di carne bianca invece che 100 g o se si condiscono le pietanze con 4 cucchiaini di olio invece che 3. Tutto però nei limiti della moderazione.
Se si consumano 70 g di pasta è un conto, se se ne mangiano 270 g ne è un altro.
Il tutto, ovviamente, alla luce del proprio metabolismo e dell’attività fisica svolta.

– Uno dei punti più criticati è proprio la presenza della pasta a colazione: in realtà, questo è il minore dei mali. Chi fa sport in modo più serio sa bene che la colazione è un pasto fondamentale e spesso i veri appassionati cominciano la giornata mangiando uova, prosciutto crudo e anche pasta, volendo. Il latte e i latticini sono una scelta non obbligata in un regime dietetico. Inoltre, all’estero le colazioni abitualmente prevedono ampia scelta di secondi e contorni molto ricchi.

– Il concetto della pasta a colazione è legato al rilascio di insulina, ormone che viene liberato dal pancreas quando nel sangue ci sono zuccheri alimentari. I picchi di insulina sono provocati dall’aumento considerevole di tali zuccheri (per es dopo abbuffate o pasti ricchi di carboidrati) e se perpetuati nel tempo predispongono a una deleteria infiammazione delle cellule con progressiva formazione di tessuto adiposo. Mantenere stabile il rilascio di insulina non è sbagliato come concetto, perché in questo modo, evitandone gli eccessi, si stimola il catabolismo lipidico, si mantiene basso il catabolismo proteico e non si eccede nella glicogenosintesi.

Il personaggio

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Tornando ad analizzare la vicenda in modo più leggero, il dottor Lemme durante i suoi interventi televisivi è stato duramente attaccato e quasi impossibilitato a parlare per spiegare le proprie ragioni. Da bravo oratore qual’è, ha colto la palla al balzo per rispondere alle critiche con diversi insulti verso il genere femminile, autoproclamandosi un “genio” e il “futuro” dell’alimentazione…
Risulta un personaggio tra il serio e il faceto, che beffardamente (ma anche con un’arroganza che non potrebbe permettersi) provoca sapendo di provocare, conoscendo bene il potere del mezzo televisivo e del “basta che se ne parli”.
Tuttavia, sarebbe sufficiente la presenza di qualche esperto per smontare le tesi portate avanti dalla sua filosofia o che “qualcuno” gli facesse notare che non può prescrivere o somministrare diete, cosa che lui espressamente ammesso da Barbara D’Urso.

Nonostante l’improbabile personaggio, il suo seguito è impressionante e le persone che lo difendono a spada tratta fin troppo numerose (come accade anche con Dukan o con chiunque faccia perdere molto peso e in breve tempo, ma quello che succede dopo non viene quasi mai riportato), segno che siamo lontani da una conoscenza seria dell’alimentazione e che è necessaria ancora un’ampia opera divulgativa a tal riguardo. Nel 2016 e in Italia, Paese in cui è nato il modello universalmente riconosciuto come migliore per la propria salute alimentare, ossia la dieta mediterranea di Ancel Keys, dare seguito a diete prive di solide basi scientifiche non può essere accettato.

Per approfondimenti sull’argomento è possibile trovare qui il libro del tanto discusso dott. Lemme: Il libro della dieta Lemme.

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Dieta Lemme: Briatore ha perso 17 Kg ma funziona davvero? I perché delle critiche ultima modifica: 2016-03-21T16:31:29+00:00 da Dietaok.it