Dieta del gruppo sanguigno del dott.Mozzi: funziona?

Dieta gruppo sanguigno

 

Da anni ormai, la dieta del gruppo sanguigno ha preso piede e sempre più persone, spinte anche da pareri autorevoli come quelli del dott. Mozzi, autore di numerosi libri a riguardo (La dieta del dottor Mozzi. Gruppi sanguigni e combinazioni alimentari), hanno tentato di dimagrire seguendo questa dieta. Ma funziona? Fa perdere davvero parecchi chili? E’ migliore dell’onnipresente Dukan? Soprattutto, una volta persi, mica i chili in più si riprendono?

Cerchiamo allora di parlarne andando per gradi.

La dieta del gruppo sanguigno si basa sull’appartenenza di ognuno di noi a cinque gruppi sanguigni (A, B, O, AB). Appartenere a un certo gruppo, però, porterebbe anche ad avere una serie di caratteristiche come predisposizioni a intolleranze, maggiore o minore velocità metabolica, sensibilità individuale a certi macronutrienti. Quindi ogni gruppo sanguigno dovrebbe privilegiare una certa categoria di alimenti, riducendone un’altra.

Tecnicamente si è ipotizzato un collegamento tra l’apparato gastrointestinale con alcune glicoproteine presenti a livello ematico, che determinano il gruppo sanguigno. Queste interazioni dovrebbero fare in modo che alcuni cibi siano più digeribili di altri ma, in realtà, non è così.

Anche la sensibilità alla lectina sarebbe un fattore nevralgico. Rappresenta, infatti, un altro punto forte della dieta, secondo il quale se la lectina “stona” con il gruppo sanguigno di appartenenza provoca intolleranze alimentari e allergie. Tutto questo però non è dimostrato. Anzi, i meccanismi che scattano in presenza di un’intolleranza sono molto più complesse e non facilmente ascrivibili in categorie ben precise.

Di conseguenza, non ci sono evidenze scientifiche che riconoscano un fondamento in questa dieta. Anche l’Inran (Istituto Nazionale Ricerca Alimenti e Nutrizione) si è espresso a riguardo, confermando l’indipendenza totale tra le esigenze nutritive del corpo con i gruppi sanguigni.

A riprova di tutto questo, la review più completa disponibile è stata pubblicata sull’American Journal of Clinical Nutrition, in cui non solo si attesta la mancanza di validità del metodo, ma si avverte anche come, l’esclusione arbitraria di certe categorie di alimenti, possa nel tempo portare a scompensi metabolici.

Quindi, il punto è sempre e solo uno: se abolite in modo indiscriminato intere categorie di alimenti (pane, pasta, dolci, alcune verdure, legumi ecc), se digiunate mangiando uno yogurt senza grassi al giorno, dimagrite si, ma lo fate male.

1) Perdete muscolo, non grasso. Quello rimarrà sempre lì a sedimentare.

2) Dopo i primi chili non dimagrirete più.

3) Più tempo mangiate poco, male e vi private di alimenti che invece servono, più andrete incontro a un blocco del metabolismo.

4) Appena ritornerete a mangiare, lo farete con maggiore voracità, perdendo il controllo e arrivando a rimettere i chili persi (ne abbiamo già parlato nell’articolo sull’effetto yo-yo).

Il discorso è applicabile anche alle diete chetogeniche, come Dukan, Blackburn o altre. L’alimentazione deve essere varia in quanto il corpo ha bisogno di tutto. Esistono protocolli dietetici rigidi e restrittivi che portano a grandi risultati ma devono essere seguiti con consapevolezza e con la consulenza di un nutrizionista competente.

In caso contrario, è possibile comunque dimagrire ma meglio farlo in modo più lento, privilegiando la qualità di ciò che si mangia.

Per approfondimenti sul tema, è disponibile qui il libro con la dieta del gruppo sanguigno del dott. Mozzi.

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Dieta del gruppo sanguigno del dott.Mozzi: funziona? ultima modifica: 2015-12-29T16:05:38+00:00 da Dietaok.it